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Non ho potuto rispondere prima a questa domanda perché ero occupatissima a organizzare la nuova vita clandestina della mia famiglia. Ci vuole tempo per ottenere passaporti falsi, biglietti di sola andata per la Bolivia e guardie del corpo armate 24 ore su 24.
Perché devo ricorrere a misure così drastiche? Perché, dopo che avrete letto questa risposta, dovrò scomparire per salvarmi la pelle.
Prima di iniziare a rispondere (comunque potete immaginare che cosa sto per dire, vero?) voglio tentare una debole difesa preventiva. Prima di tutto stavate elaborando teorie estremamente ingegnose su Mark Evans, quindi ho pensato che vi avrebbe fatto piacere sapere la verità. In secondo luogo, ho fatto del mio meglio per non provocare speranze o aspettative aggiungendo alla domanda le cruciali parole “se rappresenta qualcosa”. E la terza cosa... no, non c’è la terza cosa. Sto solo prendendo tempo.
(Fa un respiro profondo)
Mark Evans è... nessuno. È nessuno nello stesso senso in cui sono nessuno il signor Prentice, Madama Palude e Gordon (membro della banda di Dudley); solo persone sullo sfondo che avevano bisogno di nomi, ma che non hanno alcun ruolo oltre a quello di passaggio loro assegnato.
(Controlla che Neil abbia fatto vaccinare il cane e che Jessica abbia messo in valigia il suo Gameboy, e continua)
Non posso prendermela con nessuno se non con me stessa. Sirius Black, la signora Figg e Mundungus Fletcher sono stati tutti nominati en passant prima di salire sul palcoscenico come personaggi a pieno titolo, quindi ora voi vi siete fatti troppo furbi... troppo furbi per il mio bene, non per il vostro. Il fatto è che, quando mi ci avete fatto pensare, mi sono resa conto del fatto che Mark Evans sembra davvero uno di quei personaggi del tipo “ecco, è solo un tizio di passaggio, scommetto che l’avete a malapena notato” e che poi diventano improvvisamente, a metà del settimo libro, “Ah ah! Sì, Mark Evans è tornato, creduloni, ed è la chiave di tutto! È il Principe mezzosangue, è la prozia di Harry, è l’erede di Grifondoro, vive sul Pilastro dell’amore familiare e possiede il Bollitore Mistico di Nackledirk!” (un titolo possibile per il settimo libro, devo annotarmelo).
E allora perché – PERCHÉ – (vi sento gridare) gli hai dato il cognome “Evans”? Beh, credetemi, non può dispiacervi più di quanto dispiaccia ora a me. “Evans” è un cognome comune; non ci ho pensato molto; non era un’ennesima falsa pista. Allo stesso modo avrei potuto chiamarlo Smith o Jones (o Black o Thomas o Brown, e con questi ultimi mi sarei messa ugualmente nei guai).
Che altro posso dire? Molte delle teorie che avete elaborato erano decisamente plausibili. Se sapeste quante volte ho controllato il sondaggio per le Domande frequenti nella speranza che una delle altre domande si portasse in testa...
Beh, questo è tutto. L’auto con la targa falsa ci sta aspettando fuori della porta e io devo incollarmi la barbetta. Addio.