Visioni ed Estasi
Capolavori dell'arte europea tra Seicento e Settecento

 

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Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (Caravaggio, 1571 - Porto Ercole, 1610)

Maddalena in estasi

1606 - Olio su tela, 106,5 x 91 cm - Roma collezione privata

La figura della Maddalena caravaggesca è impostata sulla diagonale che ne sottolinea la posa in
scorcio e riversa sopra un apparente fastello di ramaglia, occupando solo metà della superficie. L'altra metà è il campo oscuro di una grotta (o di una tomba d'età romana), in cui la parietaria e alcune fronde di querciolo escono dalle spaccature, mentre rovi spogli pendono dall'alto a destra, questa scansione del vuoto è il primo accenno alle valenze espressive che lo stesso assumerà nei dipinti più avanzati. Una stoccata di luce (chiaramente allusiva alla folgorazione che costringe alla penitenza) colpisce la giovane donna la cui posizione della testa e l'illuminazione di sottinsù rimandano provocatoriamente alla Vergine morta del quadro sfrattato con infamia da Santa Maria della Scala. Il forte espressionismo dà corpo allo spasimo psichico per cui la Maddalena caravaggesca ha sciolto i capelli in un antico gesto di penitenza e il fluire di questi sulla spalla destra e sul petto, nonché lungo il braccio destro, è contrassegnato di ori, ocre e gialli di Napoli frementi su una prima stesura di terra bruciata di Siena, con indiscutibile risultato neo-tizianesco. Il corpo sembra realmente ansimare nel raptus dell'estasi mistica: "amore langueo" sembrerebbe sussurrare la donna, nel clima del consolante, sublime erotismo del biblico Cantico dei Cantici. La camicia, la cui struttura si avvale di sferzate luminose, stese con notevole apporto materico, si apre rivelando in gran parte la spalla sinistra e il seno, su cui s'inarca quasi ad accompagnare il volume, raggiungendo qui, il modellato, l'acme della sintesi struttura-materia peculiare del Caravaggio. Il carattere inequivocabilmente sensuale per l'ombra che plasma la fossetta giugulare e le corde del collo, specie la sinistra, come per la luce che
tornisce e riverbera l'epidermide (già chiara per se stessa), si esalta nella corposità della parte superiore della figura oltre che nell'intuibile atteggiamento scomposto delle gambe (questa Maddalena giace sul lato sinistro del bacino, per cui la gamba sinistra dovrebbe spingersi verso il relativo angolo in basso e la destra proiettarsi all'indietro). Le mani nella congiunzione spasmodica s'inturgidiscono e le dita affondano nella carne dei dorsi, ma il culmine di questa estasi ereticamente carnale è nel volto. La bocca, dalle labbra livide, si chiude con una voluttà desueta (finora) in un tema di estasi, lasciando trapelare la profilatura dei denti, mentre dall'occhio sinistro, ridotto a una fessura di luce, cadono due iperrealistiche lacrime. La stessa illuminazione di sottinsù non riesce a distruggere (e sostanzialmente non lo vuole) con i forti scavi d'ombra, questa eccezionale bellezza fisica, ma si limita a definire i tratti di sofferenza, su cui non manca di alitare il senso della Grazia. Vero trasalimento cromatico il pesante mantello di lana rosso cupo, solcato dalle ombre bruno-violacee e acceso di lacche e cinabri chiari, questo è gettato sugli sterpi, al di sotto della figura, che ne è inviluppata in tutta la parte inferiore, formando una serie di meandri coloristici di eccelsa qualità. In taluni dettagli solutivi appare, a tratti, la pennellata sfilacciante l'impasto (per esempio nei capelli sul petto, nel gomito, a destra, della camicia e nella zona sinistra del bordo del mantello) che diverrà peculiare nelle opere successive.